Storia del Prosecco
Il Prosecco e la viticoltura: economia, storia, identità
Ca’ Vittoria, l’azienda vitivinicola adagiata tra le colline di Conegliano Valdobbiadene, risiede in un territorio ricco di storia e di tradizione. Qui la coltivazione dell’uva e la vinificazione hanno origini antichissime, ancora prima della nascita di Cristo. Va sottolineato che la vitivinicultura nel Trevigiano non ha solo un significato economico, ma storico e culturale molto profondo. È un elemento chiave dell’identità culturale e del paesaggio della regione, con una storia che si intreccia con le tradizioni e l’evoluzione del territorio.
Da allora ai giorni nostri ha plasmato la vita degli uomini delle Colline del Prosecco e del paesaggio che nel luglio 2019 ha ricevuto l’ambizioso riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità UNESCO e ha reso il Prosecco uno dei vini più apprezzati in tutto il mondo per il suo carattere incantevole, le dolci note fruttate e la fresca effervescenza.
Il luogo dove germoglia la vite sotto l’alta montagna
La viticoltura nella regione di Conegliano Valdobbiadene ha radici profonde, risalenti al I millennio a.C., quando i Romani portarono la loro cultura e organizzazione dei vigneti. È stata ritrovata una stele funeraria di un centurione romano che cita i vendemmiales, celebrazioni bucoliche in occasione della vendemmia.
Già in quel periodo, i coltivatori delle colline venete producevano un vino chiamato Pucino. Questo vino antico è considerato il predecessore del moderno Prosecco. Il termine stesso Prosecco ha origini incerte, con diverse teorie che spaziano dal termine latino prosechium, che significa luogo in pendio, a possibili radici slaviche dal termine prozek che indica una varietà di vino acido. Alcuni ritengono che il nome derivi dal paese di Prosecco, una frazione del comune di Trieste.
In ogni caso la vocazione alla viticoltura di queste terre è indubbia. Nel VI secolo, San Venanzio Fortunato, vescovo di Poitiers, descrive il territorio, usando parole suggestive:
«luogo dove germoglia la vite sotto l’alta montagna, nella quale il verde lussureggiante protegge le zone più brulle…»
La visita regale
Nel 1574 la storia racconta dell’arrivo in città del re di Polonia Enrico III. Prima di recarsi a Parigi per ricevere la corona di Francia, il sovrano soggiornò a Conegliano per quasi due giorni e volle sdebitarsi per l’accoglienza festosa, nominando Cavalieri della Croce Giovanni Sarcinelli e Pietro III Montalban. In occasione di questa visita regale, la comunità di Conegliano fece sgorgare per un giorno intero dalla fontana del Nettuno il vino bianco dei colli, recitando: «Ed or ora immolarmi voglio il becco/ Con quel melaromatico Prosecco…»
Quando tutto ebbe inizio
La viticoltura, dunque, crebbe e si sviluppò con successo nei secoli. Nel 1709 una terribile gelata colpì la regione, distruggendo non solo il raccolto, ma anche le viti stesse. Questo evento segnò un momento di svolta nella storia della produzione vinicola in queste colline, richiedendo un adattamento e una rinascita delle coltivazioni.
Se sappiamo che il vitigno del Prosecco ha origini antichissime, non sappiamo come sia giunto dal Carso alle Colline di Conegliano Valdobbiadene, dove la sua presenza non è documentata. Per questo bisogna aspettare la metà del Settecento, quando per una festa di nozze Aureliano Acanti scrisse il suo Roccolo, un trattato di vitivinicoltura, in cui nomina per la prima volta in forma scritta il Prosecco; e siamo nel 1754.
Il 1868 comincia la storia moderna del Prosecco, quando il conte Marco Giulio Balbi Valier isolò e selezionò un clone di Prosecco migliore degli altri. Il conte scrive, tra l’altro:
«…viti Prosecche, più sicure ed ubertose di ogni altra qualità, e che danno un vino bianco sceltissimo, pieno di grazia e di forza»
La Società Enologica Trevigiana
Si stima che circa a metà dell’Ottocento nel comprensorio di Conegliano Valdobbiadene si producevano 25000 hl di Verdiso, 6600 di Bianchetta, 3800 di Boschera e 3200 di Prosecco. Nel 1868, grazie all’impegno del Dottor Antonio Carpenè e dell’Abate Felice Benedetti, presidente del Consorzio Agrario di Conegliano, viene fondata a Conegliano la Società Enologica Trevigiana, un’istituzione che diede una spinta clamorosa al settore. La rivoluzione vitivinicola a cui diedero vita influenzò tutte le specie, ma soprattutto il Prosecco, allevato sempre più in purezza. Questa società è stata un’antesignana delle moderne cantine sociali e ha contribuito in modo determinante allo sviluppo della vitivinicoltura nelle colline di Conegliano Valdobbiadene. Inoltre nel 1876 è stata fondata la prima Scuola Enologica d’Italia, un istituto con docenti di fama internazionale come Luigi Manzoni, noto per i suoi studi sulla genetica della vite e gli incroci Manzoni.
Gli incroci Manzoni
Negli anni Trenta il prof. Luigi Manzoni, all’epoca preside della Scuola Enologica di Conegliano, condusse numerosi esperimenti sul miglioramento genetico della vite tramite incrocio ed ibridazione, dando vita a diversi vitigni interessanti, fra i quali il Manzoni Bianco (Incrocio Manzoni 6.0.13).
Il Manzoni Bianco, noto anche come Incrocio Manzoni 6.0.13, è il più famoso tra gli incroci del prof. Manzoni. È autoctono della provincia di Treviso, ma oggi è coltivato su gran parte del territorio nazionale e produce vini straordinariamente eleganti, con grande finezza, discreta gradazione e acidità.
Per gli appassionati, sul sito della Confraternita degli Incroci Manzoni, sono disponibili notizie su altri noti e meno noti Incroci Manzoni.
Oggi, l’Istituto Superiore “G.B. Cerletti” ospita diverse istituzioni, tra cui il Centro Interdipardimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova, il Centro regionale per la viticoltura e l’Istituto Tecnico Superiore per le nuove tecnologie nel settore agro-alimentare e vitivinicolo.
Il principe delle Colline di Conegliano Valdobbiadene
Il Prosecco, dunque, non è un vitigno autoctono, non figura negli antichi registri dell’Accademia Agraria locale. Eppure, già nel lontano 1772, Carpené Malvolti, il profeta del Prosecco, lo elogiava come uno dei vini più pregiati della zona. Il reverendo Del Giudice lo annoverava tra i vitigni più eccellenti, al fianco della Bianchetta che è la testimone di una tradizione vinicola risalente al medioevo, quando il bianco di Conegliano Valdobbiadene già conquistava i palati più esigenti.
Nel corso dei secoli, il Prosecco ha continuato a guadagnare popolarità e riconoscimento, è diventato un simbolo dell’enologia italiana e step by step il principe delle Colline di Conegliano Valdobbiadene.
- Nel 1923, è stata fondata la Stazione Sperimentale di Viticoltura e Enologia di Conegliano
- Negli anni Trenta sono stati delineati per la prima volta i confini dell’area di produzione del Prosecco, corrispondenti agli attuali confini della DOCG Conegliano Valdobbiadene
- Nel 1946 ha avuto luogo la fondazione della Confraternita del Prosecco
- Nel 1962 si dà vita al Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
La rivalità Prosecco – Champagne
I decenni del Novecento sono segnati dalla rivalità tra il Prosecco veneto e lo Champagne francese, un antagonismo simile ai grandi dualismi, da quello storico Nord-Sud a quello sociale giovani e vecchi, donne e uomini, o quello sportivo: Coppi vs Bartali oppure Messi vs Ronaldo. Questa sorta di competizione riflette le differenze nel gusto e nella produzione, ma soprattutto l’importanza di ciascun vino nella cultura e nell’identità nazionale italiana e francese.
Prosecco Superiore DOCG Ca’ Vittoria: ambasciatore del bere moderno
La storia del Prosecco negli anni 2000 è stata caratterizzata dall’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) per il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, un riconoscimento che ha rafforzato ulteriormente la reputazione di questo vino che rappresenta un’eccellenza enologica riconosciuta a livello internazionale.
Nel 2003 si è costituta la Strada del Prosecco e dei Vini, erede della Strada del Vino Bianco, nata nel 1966 come prima arteria enologica italiana, mentre il 2019 ha visto trionfare gli sforzi compiuti per la registrazione delle Colline di Conegliano Valdobbiadene come paesaggio culturale della World Heritage List UNESCO.
Questi riconoscimenti e la crescente domanda globale hanno contribuito a consolidare l’immagine di questo vino fresco e frizzante e ne hanno beneficiato tutti i produttori del territorio, anche il nostro Prosecco Superiore DOCG Ca’ Vittoria. Le sue eleganti bollicine richiamano alla memoria la migliore tradizione locale e si sposano con la filosofia del bere moderno di altissima qualità. Non crederci sulla parola: provalo! Ti aspettiamo a Ca’ Vittoria, tra le Colline di Conegliano Valdobbiadene, ovviamente.