Perlage del Vino: Definizione, Formazione e Importanza

Nel mondo del vino, il termine “perlage” si riferisce alla presenza di bollicine che si formano nel bicchiere dopo il versamento del vino. Questo fenomeno è particolarmente associato ai vini spumanti e frizzanti, ma può essere presente anche in alcuni vini tranquilli. In questa breve guida andiamo a vedere la definizione, la formazione e l’importanza del perlage del vino.

Definizione del Perlage

Il termine “perlage” deriva dal francese “perler“, che significa “formare bolle”. Nel contesto del vino, il perlage si riferisce alla presenza di bollicine di anidride carbonica disciolta nel liquido. Queste bollicine possono variare in dimensione, numero e persistenza, e contribuiscono alla percezione sensoriale del vino.

Tipi di Perlage

Esistono due tipi di perlage:
  1. Perlage Fine: bollicine piccole e numerose, che formano una delicata e persistente corona di schiuma sulla superficie del vino. Questo tipo di perlage è tipico dei vini spumanti di alta qualità.
  2. Perlage Grossolano: bollicine più grandi e meno numerose, che possono svanire più rapidamente. Questo tipo di perlage è comune nei vini frizzanti e può variare notevolmente in intensità e durata.

Formazione del Perlage

La formazione del perlage è il risultato della presenza di anidride carbonica (CO2) disciolta nel vino. Questa CO2 può essere presente naturalmente a seguito della fermentazione alcolica o può essere aggiunta artificialmente attraverso la carbonazione.

Fermentazione Secondaria

Nei vini spumanti, come lo Champagne e lo Spumante, il perlage è il risultato di una fermentazione secondaria che avviene all’interno della bottiglia. Durante questa fermentazione, lieviti selezionati vengono aggiunti al vino base, insieme a zuccheri aggiuntivi, e la bottiglia viene sigillata con un tappo di sughero. La fermentazione produce alcol e CO2, che rimane disciolta nel vino sotto pressione.

Metodo Charmat

Nei vini frizzanti, come il Prosecco, il perlage è spesso ottenuto attraverso il Metodo Charmat, anche noto come Metodo Martinotti. In questo metodo, la fermentazione secondaria avviene in un grande serbatoio di acciaio inox sotto pressione, anziché in bottiglia. Una volta completata la fermentazione, il vino viene filtrato e imbottigliato, preservando il perlage generato durante il processo.

Importanza del Perlage

Il perlage del vino non è solo un aspetto estetico, ma ha anche un grande effetto sull’esperienza sensoriale e qualitativa.

Aspetto Estetico

Il perlage conferisce al vino una presenza visiva attraente, mostrando una vivace effervescenza e una corona di bollicine sulla superficie. Questo aspetto effervescente è spesso associato a festività e celebrazioni, contribuendo all’appeal del vino.

Sensazioni Tattili

Le bollicine del perlage creano una sensazione tattile piacevole in bocca, nota come “mousse”. Questa sensazione effervescente può aumentare la percezione di freschezza e vivacità del vino, bilanciando la sua struttura e la sua acidità.

Espressione Aromatica

Il perlage può anche influenzare l’espressione aromatica del vino, facilitando la liberazione degli aromi volatili e contribuendo alla complessità olfattiva del vino. Le bollicine possono agire come vettori per gli aromi, trasportandoli dal vino alla superficie e liberandoli nell’aria circostante.

Domande Frequenti sul Perlage del Vino

1. Qual è la differenza tra vini spumanti e frizzanti in termini di perlage?

I vini spumanti, come lo Champagne, hanno un perlage più fine e persistente, dovuto alla fermentazione secondaria in bottiglia. I vini frizzanti, come il Prosecco, tendono ad avere un perlage più grossolano e meno persistente, derivante dal Metodo Charmat.

2. Come posso migliorare il perlage di un vino?

Per migliorare il perlage di un vino, è importante conservarlo correttamente, mantenendo una temperatura fresca e costante ed evitando movimenti bruschi che potrebbero disperdere le bollicine. Versare delicatamente il vino in un bicchiere pulito può contribuire a preservare il perlage.

3. Il perlage influisce sul sapore del vino?

Sì, il perlage può influenzare la percezione sensoriale del vino, contribuendo alla sua freschezza, vivacità e equilibrio. Le bollicine possono anche aiutare a “sollevare” gli aromi del vino, aumentando la loro percezione olfattiva.

Il glossario del vino

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Grado Zuccherino dell’uva: Definizione, Misurazione e Implicazioni

Il grado zuccherino è un parametro fondamentale per valutare la maturazione dell’uva e capire il momento ottimale per la vendemmia. In questo articolo vediamo velocemente cos’è, come viene misurato e quali implicazioni ha sulla qualità e lo stile del vino.

Cos’è il Grado Zuccherino?

Il grado zuccherino, anche conosciuto come contenuto di zucchero nell’uva, indica la quantità di zuccheri presenti nel succo dell’uva durante il processo di maturazione. Questo parametro è essenziale perché gli zuccheri sono responsabili della dolcezza del vino e influenzano anche il livello di alcol e la struttura del prodotto finale.

Misurazione del Grado Zuccherino

Il grado zuccherino viene comunemente misurato in gradi Brix, che rappresentano la percentuale di zucchero presente nel succo d’uva. Questa misurazione si ottiene utilizzando un refrattometro o un densimetro, strumenti che valutano la densità del succo in relazione alla quantità di zuccheri presenti. Durante il processo di maturazione, i livelli di zucchero nell’uva aumentano gradualmente fino al raggiungimento del picco di maturazione, quando il grado zuccherino è ottimale per la produzione di vini bilanciati e di alta qualità.

Collegamento tra Grado Zuccherino e Qualità del Vino

Dolcezza e Equilibrio

Il grado zuccherino influisce direttamente sulla dolcezza del vino. Maggiore è il contenuto di zucchero nell’uva, maggiore sarà la dolcezza percepita nel vino finito. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra dolcezza e acidità per evitare che il vino risulti eccessivamente dolce o sgradevole al palato.

Livello di Alcol

Gli zuccheri presenti nell’uva vengono convertiti in alcol durante la fermentazione. Quindi un grado zuccherino più elevato porterà a un vino con un maggior grado alcolico, a condizione che il processo di fermentazione vada a termine con successo.

Stile del Vino

Il grado zuccherino può influenzare lo stile del vino prodotto. Uve con un alto grado zuccherino possono essere utilizzate per la produzione di vini dolci, come il Sauternes o il Moscato d’Asti, mentre uve con un grado zuccherino più basso sono più adatte per vini secchi o spumanti.

Domande Frequenti sul Grado Zuccherino

Qual è il grado zuccherino ottimale per la vendemmia?

Il grado zuccherino ottimale per la vendemmia dipende dallo stile del vino che si desidera produrre e dalle preferenze personali del produttore. Come regola di massima, il grado zuccherino viene valutato in base al livello di maturazione dell’uva e al livello desiderato di dolcezza e acidità nel vino finale.

Quali sono le varietà di uva con un alto grado zuccherino?

Alcune varietà di uva sono famose per il loro alto contenuto di zucchero, come ad esempio il Moscato, il Gewürztraminer, il Riesling e il Chenin Blanc. Queste varietà sono spesso utilizzate per la produzione di vini dolci o aromatici.

Come influisce la temperatura sul grado zuccherino dell’uva?

Il clima ha un impatto importante sul grado zuccherino dell’uva. Le regioni più calde tendono a produrre uve con un grado zuccherino più alto, perché la maggiore esposizione al sole favorisce la fotosintesi e la produzione di zuccheri nelle uve. Al contrario, le regioni più fresche possono produrre uve con un grado zuccherino più basso e una maggiore acidità.

Il glossario del vino

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Ossigenazione del Vino: Importanza e Tecniche

Nella produzione del vino, l’ossigenazione è un processo cruciale che influenza profondamente le caratteristiche sensoriali di un vino. In questo articolo vedremo che cosa è, le tecniche utilizzate, e l’impatto sulle proprietà organolettiche del prodotto finale.

Cos’è l’Ossigenazione del Vino?

L’ossigenazione del vino è il processo di esposizione del vino all’ossigeno atmosferico. Questo processo può avvenire durante diverse fasi della produzione e del consumo del vino, influenzando aroma, sapore, struttura e stabilità del vino stesso.

Importanza dell’Ossigenazione

L’ossigenazione del vino è fondamentale per il suo sviluppo e la sua maturazione. L’ossigeno favorisce l’evoluzione degli aromi e la stabilizzazione del colore, contribuendo alla complessità e alla piacevolezza del vino. E’ importante controllare attentamente l’esposizione del vino all’ossigeno, PErché una eccessiva ossigenazione può portare all’ossidazione e alla perdita di freschezza e vitalità del vino.

Tecniche di Ossigenazione del Vino

Esistono diverse tecniche per ossigenare il vino durante la produzione e il consumo. Ecco le più comuni:

Decantazione

La decantazione è una delle tecniche più antiche e semplici per ossigenare il vino. Consiste nel versare il vino da una bottiglia in un decanter o una caraffa, esponendolo all’aria e permettendo all’ossigeno di mescolarsi con il vino. Questo processo è particolarmente efficace per i vini più giovani e tannici, che possono beneficiare di una maggiore morbidezza e armonia dopo l’ossigenazione.

Stiratura

La stiratura è una tecnica di ossigenazione che coinvolge il passaggio del vino attraverso un dispositivo progettato per aumentare il contatto con l’aria. Questi dispositivi, come le canne di ossigenazione o i venturi, accelerano il processo di ossigenazione del vino, favoriscono una maggiore apertura degli aromi e una migliore integrazione dei componenti del vino.

Microossigenazione

La microossigenazione è una tecnica evoluta utilizzata durante la vinificazione per controllare l’esposizione del vino all’ossigeno. Attraverso l’uso di dispositivi specializzati, come i microossigenatori, è possibile dosare con precisione la quantità di ossigeno che entra in contatto con il vino durante la fermentazione e l’invecchiamento. In questo modo è possibile migliorare la struttura, la stabilità e la complessità del vino.

Effetti dell’Ossigenazione sul Vino

L’ossigenazione del vino ha diversi effetti sulle sue proprietà organolettiche:

Domande Frequenti sull’Ossigenazione del Vino

1. Per quanto tempo bisogna ossigenare il vino?

Il tempo consigliato per l’ossigenazione del vino dipende dal tipo di vino e dalle sue caratteristiche. In generale, vini giovani e tannici possono beneficiare di un’ossigenazione più breve, mentre vini più complessi e strutturati possono richiedere un periodo di ossigenazione più lungo.

2. Posso ossigenare il vino in bottiglia?

Sì, è possibile ossigenare il vino in bottiglia utilizzando dispositivi come i decanter aeratori, che permettono una maggiore esposizione del vino all’ossigeno durante il versamento.

3. Quali sono i rischi dell’eccessiva ossigenazione del vino?

Un’eccessiva ossigenazione può portare all’ossidazione del vino, causando la perdita di freschezza, vivacità e intensità aromatica. Inoltre, può compromettere la stabilità del vino e accelerare il suo invecchiamento.

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Metodo Charmat: Il Processo di Fermentazione in Autoclave

Il Metodo Charmat è un processo di fermentazione utilizzato nella produzione di vini spumanti, noto anche come Metodo Martinotti. In questo articolo vediamo rapidamente cosa è, come funziona e quali sono le sue caratteristiche distintive.

Cos’è il Metodo Charmat?

Il Metodo Charmat è un metodo di fermentazione secondaria utilizzato per produrre vini spumanti. Prende il nome dall’ingegnere italiano Eugène Charmat, che lo sviluppò nel 1907. Questo processo è caratterizzato dalla fermentazione del vino base in autoclavi (grandi recipienti pressurizzati) invece che in bottiglia, come nel Metodo Tradizionale o Champenoise.

Come Funziona il Metodo Charmat?

Il processo inizia con la creazione di un vino base attraverso la fermentazione alcolica delle uve. Una volta ottenuto il vino base, questo viene trasferito in autoclavi di acciaio inox insieme a una miscela di zuccheri e lieviti selezionati, nota come liqueur de tirage. In questo ambiente controllato inizia la fermentazione secondaria e il gas carbonico prodotto durante la fermentazione viene trattenuto sotto pressione nell’autoclave. Questo processo permette al vino di diventare spumante in un tempo più breve rispetto al Metodo Tradizionale.

Caratteristiche Distintive del Metodo Charmat

Il Metodo Charmat presenta alcune caratteristiche distintive che lo differenziano dal Metodo Tradizionale:

Domande Frequenti sul Metodo Charmat

1. Qual è la differenza tra Metodo Charmat e Metodo Tradizionale?

Il Metodo Charmat prevede la fermentazione secondaria in autoclavi di acciaio inox, mentre il Metodo Tradizionale utilizza la fermentazione in bottiglia. Il Metodo Charmat è più rapido e meno costoso, mentre il Metodo Tradizionale è considerato di alta qualità e richiede un maggiore investimento di tempo e risorse.

2. Quali sono le uve più adatte per il Metodo Charmat?

Le uve utilizzate per il Metodo Charmat dipendono dal tipo di vino spumante che si intende produrre. Varietà come il Glera, utilizzata per il Prosecco, e il Moscato sono comunemente impiegate per la produzione di vini spumanti attraverso il Metodo Charmat.

3. Qual è la pressione tipica utilizzata durante il Metodo Charmat?

La pressione utilizzata durante il Metodo Charmat varia da produttore a produttore e può essere regolata in base alle caratteristiche desiderate del vino spumante. Tuttavia, la pressione generalmente va da 2,5 a 3,5 atmosfere.

Conclusione

Il Metodo Charmat è un metodo versatile ed efficiente per la produzione di vini spumanti, scelto per la sua rapidità, la freschezza degli aromi e la versatilità. Sebbene possa non raggiungere la complessità e l’eleganza del Metodo Tradizionale, è una scelta popolare per produrre vini spumanti di alta qualità a prezzi accessibili.

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Maturazione Fenolica: Definizione e Fattori Chiave

La maturazione fenolica è un processo fondamentale nel ciclo di vita dell’uva e influisce molto sulla qualità e sul carattere del vino. In questo articolo vedremo rapidamente cosa è, quali sono i suoi fattori chiave e come impatta sul mondo del vino.

Cos’è la Maturazione Fenolica?

La maturazione fenolica si riferisce al processo attraverso il quale i composti fenolici dell’uva raggiungono il loro pieno sviluppo. Questi composti sono ad esempio tannini, antociani e flavonoidi, che contribuiscono al colore, al gusto e alla struttura del vino. Durante la maturazione fenolica, gli acidi presenti nell’uva diminuiscono, mentre gli zuccheri e i fenoli aumentano, conferendo al frutto maturato le caratteristiche ideali per la produzione di vini di qualità.

Fattori Chiave della Maturazione Fenolica

Esposizione Solare e Clima

L’esposizione solare e il clima sono fattori che influenzano molto la maturazione fenolica. Una buona esposizione solare consente all’uva di accumulare energia per la fotosintesi, facilitando la sintesi di composti fenolici. Anche le temperature moderate durante la stagione di crescita contribuiscono a una maturazione fenolica ottimale, mantenendo un equilibrio tra lo sviluppo dei fenoli e la conservazione dell’acidità.

Tipo di Uva

Il tipo di uva influisce sulla maturazione fenolica poiché diverse varietà hanno diversi tempi e modalità di maturazione. Ad esempio le varietà come il Cabernet Sauvignon e il Nebbiolo richiedono una maturazione fenolica più lunga per sviluppare pienamente i loro tannini e gli aromi complessi, mentre varietà come il Pinot Noir e il Gamay possono raggiungere la maturazione fenolica in periodi più brevi.

Gestione del Vigneto

La gestione del vigneto, come ad esempio la potatura, l’irrigazione e la gestione del dosaggio dei fertilizzanti, può influenzare la maturazione fenolica. La corretta gestione del vigneto può ottimizzare l’equilibrio tra le foglie e i grappoli, garantendo una corretta esposizione al sole e una distribuzione uniforme delle risorse per la crescita dell’uva.

Implicazioni della Maturazione Fenolica sul Vino

Colore del Vino

La maturazione fenolica influisce direttamente sul colore del vino. Gli antociani, i pigmenti responsabili del colore rosso e viola dell’uva, si sviluppano durante la maturazione fenolica e influenzano il colore del vino finale.

Struttura e Gusto

I tannini, i flavonoidi e altri composti fenolici sviluppati durante la maturazione fenolica contribuiscono alla struttura e al gusto del vino. Tannini maturi e ben integrati conferiscono al vino una sensazione in bocca morbida e setosa, mentre un’eccessiva astringenza può indicare una maturazione fenolica incompleta.

Aromi e Complessità

La maturazione fenolica influisce anche sulla complessità aromatica del vino. I composti fenolici sviluppati durante questo processo aumentano gli aromi di frutta matura, spezie, erbe e fiori, aggiungendo profondità e complessità al bouquet del vino.

Domande Frequenti sulla Maturazione Fenolica

Qual è il momento ottimale per la vendemmia in base alla maturazione fenolica?

Il momento ottimale per la vendemmia dipende dalla varietà di uva, dalle condizioni climatiche e dalla tipologia di vino desiderato. Tuttavia, in generale, si cerca di raggiungere una maturazione fenolica completa, dove tannini, aromi e zuccheri sono bilanciati in modo ottimale.

Come si valuta la maturazione fenolica durante la vendemmia?

La maturazione fenolica può essere valutata attraverso l’analisi chimica e sensoriale dell’uva. Test come il dosaggio dei tannini, la misurazione del pH e la degustazione degli acini possono fornire indicazioni sulla maturazione fenolica.

Quali sono le conseguenze di una maturazione fenolica incompleta?

Una maturazione fenolica incompleta può portare a vini con caratteristiche non ottimali o peggio: eccessiva astringenza, mancanza di complessità aromatica e colorazione scarsa. Questi vini possono risultare meno equilibrati e meno piacevoli al palato.

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Fillossera nei Vigneti: Storia, Impatto e Soluzioni

La fillossera è una delle malattie più temute nel mondo vitivinicolo, capace di devastare interi vigneti in poco tempo. Vediamo la storia di questo parassita, il suo impatto sui vigneti e le soluzioni adottate per contrastarlo.

Storia della Fillossera

La fillossera, nota scientificamente come Daktulosphaira vitifoliae, è un insetto parassita delle radici delle viti. È originaria del Nord America, dove le specie native di vite hanno sviluppato una sorta di immunità nei suoi confronti. Il problema sorse quando, nel diciannovesimo secolo, le viti europee furono introdotte in America senza avere alcuna resistenza alla fillossera. Nel 1863, la fillossera fu identificata per la prima volta in Francia, nei vigneti della regione di Roquemaure nel Gard. Da qui, si diffuse rapidamente in tutta Europa, distruggendo vigneti in Francia, Italia, Spagna e altri paesi viticoli. Nel giro di pochi decenni, milioni di ettari di vigneti furono devastati, causando una vera crisi economica e sociale in molte regioni vinicole.

Impatto della Fillossera sui Vigneti

La fillossera danneggia le radici delle viti nutrendosi dei loro succhi vitali. Questo porta a un indebolimento generale della pianta, che si mostra con sintomi come ingiallimento delle foglie, morte dei tralci e riduzione della produzione di uva. Senza interventi forti un’infestazione di fillossera può portare alla distruzione totale del vigneto. L’impatto della fillossera non si limita alla perdita economica dovuta alla diminuzione della produzione di uva, ma porta anche alla perdita di identità dei vini prodotti in quelle regioni. Molte varietà di uva antiche e autoctone rischiano l’estinzione a causa di questo parassita.

Soluzioni per Combattere la Fillossera

Curiosità sui danni della filossera

Secondo alcune stime l’arrivo della filossera in Europa ha portato alla completa distruzione di una percentuale compresa tra i due terzi e i nove decimi di tutti i vigneti d’Europa. Fonte: Il Post

Domande Frequenti sulla Fillossera

La fillossera può essere eradicata completamente?

Non è possibile eliminare completamente la fillossera, poiché è un parassita diffuso e altamente adattabile. Tuttavia, è possibile controllarne la diffusione con interventi tempestivi e decisi.

Quali sono le regioni vitivinicole più colpite dalla fillossera?

Le regioni più colpite dalla fillossera sono quelle con un clima temperato, in particolare in Europa. Francia, Italia, Spagna e Portogallo sono tra i paesi più colpiti, ma anche altre regioni vitivinicole in tutto il mondo hanno subito danni a causa di questo parassita.

Perché le radici americane sono importanti contro la fillossera?

Le radici delle viti americane sono naturalmente resistenti alla fillossera. Utilizzando l’innesto delle viti europee su queste radici, è possibile garantire la sopravvivenza del vigneto e la produzione continua di uva di qualità, mantenendo al contempo le caratteristiche uniche delle varietà europee.

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Esposizione dei Vigneti: Importanza e Impatto sulla Qualità del Vino

La posizione e l’esposizione dei vigneti sono elementi fondamentali che influenzano la qualità e le caratteristiche dei vini prodotti. Vediamo rapidamente l’importanza dell’esposizione dei vigneti, i diversi tipi di esposizione e come influenzano il processo di maturazione dell’uva e la qualità del vino finale.

Cos’è l’Esposizione dei Vigneti?

L’esposizione dei vigneti si riferisce alla direzione in cui le viti sono orientate rispetto al sole. Questo determina la quantità di luce solare che ricevono le viti durante il giorno, nonché l’ombreggiatura e la ventilazione fornite dalla topografia circostante. Una giusta esposizione è essenziale per favorire la fotosintesi delle foglie, garantire una maturazione uniforme dell’uva e ottenere vini di alta qualità.

Tipi di Esposizione

Impatto sulla Qualità del Vino

Maturazione dell’uva
L’esposizione dei vigneti influisce direttamente sulla maturazione dell’uva. Una migliore esposizione al sole favorisce lo sviluppo di zuccheri, acidi e composti aromatici nelle uve, contribuendo alla complessità e all’equilibrio del vino finale.
Stile del Vino
Il clima e l’esposizione del vigneto possono determinare lo stile del vino prodotto. Ad esempio, i vini provenienti da vigneti esposti a nord possono essere più freschi, con una maggiore acidità e note aromatiche più delicate, mentre quelli provenienti da vigneti esposti a sud possono essere più ricchi, strutturati e concentrati.
Terroir
L’esposizione dei vigneti è uno degli elementi che contribuiscono al concetto di terroir, che comprende anche il suolo, il clima e la topografia. Questi fattori combinati conferiscono al vino caratteristiche uniche e distintive legate al luogo di produzione.

Domande Frequenti sull’Esposizione dei Vigneti

Qual è l’esposizione migliore per un vigneto?

Non esiste una risposta facile a questa domanda, poiché l’esposizione ideale dipende dalle varietà di uva coltivate, dal clima locale e dall’obiettivo produttivo del vignaiolo. In generale si preferisce un’esposizione che fornisce una buona quantità di luce solare diretta durante il giorno e una ventilazione adeguata.

Quali sono le varietà di uva adatte a diverse esposizioni?

Le varietà di uva più adatte alle diverse esposizioni dipendono dalle caratteristiche specifiche del clima locale e dalla topografia del vigneto. Ad esempio, varietà come Chardonnay e Pinot Noir possono prosperare in vigneti esposti a nord, mentre varietà come Cabernet Sauvignon e Syrah possono beneficiare di un’esposizione più calda a sud.

In che modo l’esposizione dei vigneti influisce sulla resa della vendemmia?

L’esposizione dei vigneti può influenzare la resa della vendemmia attraverso diversi meccanismi, tra cui la regolazione della maturazione dell’uva, l’equilibrio dei nutrienti nel suolo e l’effetto del clima sulla fioritura e l’impollinazione. Una corretta esposizione può contribuire a una resa equilibrata e di alta qualità.

Il glossario del vino

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Il Concetto di “Dry” nel Vino

Il termine “dry” è comunemente utilizzato nel mondo del vino per descrivere un vino che ha una bassa percezione di dolcezza. Tuttavia, questa definizione può variare leggermente a seconda del contesto e delle preferenze personali. Ecco una guida velocissima sul significato, come viene misurata la dolcezza e quali fattori influenzano questa caratteristica.

Cosa Significa “Dry” nel Vino?

Il termine “dry” nel vino si riferisce a una sensazione di scarsa dolcezza percepita al palato. Questo significa che il vino ha una bassa quantità residua di zuccheri, il che lo rende meno dolce e più secco. La percezione di secco dipende anche dall’equilibrio tra zuccheri e acidità nel vino: se un vino ha un’acidità elevata, anche una quantità modesta di zuccheri residui può essere percepita come secca.

Misurare la Dolcezza nel Vino

La dolcezza nel vino può essere misurata in diversi modi, ma uno dei metodi più comuni è l’utilizzo di una scala di dolcezza chiamata “residual sugar” (zucchero residuo). Questa misura indica la quantità di zucchero residuo rimasto nel vino dopo la fermentazione. I vini secchi, o “dry”, hanno un basso contenuto di zucchero residuo, mentre i vini dolci hanno un contenuto più elevato.

Fattori che Influenzano la Dolcezza del Vino

Come Identificare un Vino “Dry”

Identificare un vino “dry” può essere una sfida, poiché la percezione di secco dipende anche da altri fattori come l’acidità e il corpo del vino. Tuttavia, alcuni suggerimenti possono aiutare a individuare un vino secco:

Domande Frequenti sui vini dry

Qual è la differenza tra un vino “dry” e un vino “secco”?

Nel contesto del vino, i termini “dry” e “secco” sono spesso usati in modo intercambiabile e si riferiscono a un vino con una bassa percezione di dolcezza. Tuttavia, in alcuni contesti, il termine “secco” può indicare un vino con meno residuo di zuccheri rispetto a uno “dry”.

Quali sono le varietà di uve più comuni utilizzate nella produzione di vini dry?

Le varietà di uve più utilizzate nella produzione di vini secchi sono Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Cabernet Sauvignon. Queste varietà sono apprezzate per la loro acidità equilibrata e la capacità di produrre vini secchi e freschi.

Posso trovare vini dry in diversi stili e varietà?

Sì, i vini dry possono essere prodotti in una vasta gamma di stili, sia bianchi che rossi. Ogni varietà di uva e stile di vinificazione può produrre vini secchi con caratteristiche aromatiche e gustative uniche.

Il glossario del vino

Ti è piaciuta questa guida sintetica? Abbiamo fatto altre guide simili, per tanti termini e concetti del mondo del vino. Magari può interessarti qualche altra voce del nostro glossario del vino.Il termine “Blanc des Noirs” viene fuori spesso quando si parla di champagne e di vini bianchi. Vediamo le informazioni fondamentali che può far comodo sapere.

Cosa Significa Blanc des Noirs?

Definizione

Blanc des Noirs è un termine francese che letteralmente si traduce in “bianco di neri”. Come suggerisce già il nome, si tratta di vini bianchi ottenuti esclusivamente da uve nere, senza l’utilizzo di uve bianche. Questo è possibile grazie a tecniche di vinificazione specifiche che consentono di estrarre il succo chiaro dalle bucce scure dell’uva.

Origine

L’origine del Blanc des Noirs risale principalmente alla regione vinicola della Champagne, in Francia, dove i viticoltori hanno sviluppato questa tecnica di vinificazione per creare vini spumanti e tranquilli di grande carattere e complessità. Tuttavia, oggi questa pratica è utilizzata in molte altre regioni vinicole in tutto il mondo.

Caratteristiche dei Vini Blanc des Noirs

Corpo e Struttura

I vini Blanc des Noirs sono noti per il loro corpo pieno e la loro struttura complessa, che derivano in gran parte dalle uve nere utilizzate nella loro produzione. Questi vini spesso presentano una consistenza morbida e vellutata in bocca, con una bella combinazione di frutta matura, acidità vivace e sentori terrosi.

Profilo Aromatico

Nonostante siano ottenuti da uve nere, i Blanc des Noirs possono sorprendere per il loro profilo aromatico fresco e fruttato. Possono spesso avere note di frutta rossa, ciliegia, lampone e ribes nero, a cui si aggiungono sfumature floreali e speziate che aggiungono al vino complessità e fascino.

Versatilità in Abbinamento

Grazie alla loro struttura robusta e al loro profilo aromatico complesso, i Blanc des Noirs si abbinano splendidamente a una vasta gamma di piatti. Possono essere apprezzati da soli come vini da meditazione, ma si sposano anche bene con piatti a base di carne, pollame, pesce grasso e formaggi stagionati.

Stili di Blanc des Noirs

Curiosità sul Blanc des Noirs

Secondo la traduzione sembra che sia stato lo stesso abate benedettino Dom Pierre Perignon, (considerato il padre dello Champagne) a produrre spumanti vinificando il Pinot nero in bianco. Come? Separando il mosto dalle bucce prima che queste rilasciassero le sostanze responsabili della colorazione delo stesso, con una tecnica chiamata sgrondatura. Era così nato il primo Blanc de Noirs.

Domande Frequenti sui Blanc des Noirs

Quali sono le principali uve nere utilizzate nella produzione di Blanc des Noirs?

Le varietà di uve nere più comuni utilizzate per produrre Blanc des Noirs sono il Pinot Nero e il Pinot Meunier, due varietà che vengono coltivate tradizionalmente nella regione della Champagne. Tuttavia si possono utilizzare anche altre varietà di uve nere, a seconda delle preferenze del produttore e delle caratteristiche del terroir.

Qual è la differenza tra Blanc des Noirs e Blanc de Noirs?

Blanc des Noirs e Blanc de Noirs sono due termini simili ma distinti. Mentre Blanc des Noirs si riferisce a vini bianchi ottenuti da uve nere, Blanc de Noirs si riferisce specificamente a vini spumanti ottenuti da uve nere, utilizzando il metodo tradizionale di fermentazione in bottiglia.

Quali sono le migliori occasioni per degustare un Blanc des Noirs?

I Blanc des Noirs sono vini versatili che si prestano a molte occasioni. Possono essere apprezzati come aperitivo, abbinati a piatti di carne, pesce o formaggi durante un pasto, o semplicemente gustati da soli come vini da meditazione. La loro complessità e struttura li rendono adatti sia a momenti informali che a occasioni speciali.

Il glossario del vino

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Il Metodo Champenoise per produrre lo spumante

Il metodo Champenoise è una delle tecniche di produzione di vino spumante più prestigiose e iconiche al mondo. Ecco una guida brevissima sulla sua storia, il processo di produzione, le caratteristiche distintive dei vini spumanti ottenuti con questa tecnica.

Storia del Metodo Champenoise

Il metodo Champenoise prende il nome dalla regione della Champagne, in Francia, dove è stato sviluppato nel XVII secolo. Si dice che i monaci benedettini abbiano scoperto casualmente il processo di fermentazione in bottiglia, dando origine ai primi vini spumanti. Nel corso dei secoli, il metodo è stato perfezionato e adottato da produttori di tutto il mondo.

Il Processo di Produzione

  1. Prima Fermentazione: il processo inizia con la vinificazione delle uve base, che possono includere varietà come Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Dopo la vendemmia, le uve vengono pressate delicatamente e il mosto ottenuto viene fermentato per produrre un vino base.
  2. Assemblaggio: ottenuti i vini base, il maestro cantiniere può procedere con l’assemblaggio, mescolando diverse varietà e annate per creare il blend desiderato. Questo è un momento critico, in cui si cerca di ottenere un equilibrio perfetto tra acidità, fruttuosità e complessità aromatica.
  3. Tiraggio: dopo l’assemblaggio, il vino viene versato in bottiglie di vetro spesso chiamate “botti”, aggiungendo una miscela di zucchero e lieviti, nota come liqueur de tirage. Le bottiglie vengono poi sigillate con un tappo di sughero e poste in cantina per la fermentazione in bottiglia.
  4. Fermentazione in Bottiglia: durante la fermentazione in bottiglia, i lieviti consumano lo zucchero aggiunto, producendo alcol e anidride carbonica. Questo processo crea le bollicine naturali nel vino e conferisce complessità aromatica e struttura al prodotto finito. La fermentazione in bottiglia può durare diversi mesi, o addirittura anni, a seconda dello stile del vino e delle preferenze del produttore.
  5. Affinamento: dopo la fermentazione, il vino viene lasciato a riposare sui lieviti morti per un periodo di tempo che può variare da alcuni mesi a diversi anni. Durante questo periodo, il vino sviluppa caratteristiche distintive di pane tostato, lievito e frutta matura, noto come “sapore di autolisi”.
  6. Degorgement: completato l’affinamento, le bottiglie vengono inclinate e ruotate ogni giorno, per concentrare i depositi di lieviti morti nel collo della bottiglia. Poi il collo viene congelato e il tappo viene rimosso, espellendo il sedimento con la pressione interna del vino.
  7. Dosaggio: dopo il degorgement viene aggiunto un piccolo quantitativo di liqueur d’expedition, una miscela di vino e zucchero, per bilanciare l’acidità e regolare il livello di dolcezza del vino. Questa fase finale è cruciale per definire il profilo gustativo del vino finito.

Caratteristiche dei Vini Metodo Champenoise

I vini prodotti con il metodo Champenoise sono noti per la loro complessità aromatica, la finezza delle bollicine e la persistenza in bocca. Presentano spesso note di frutta matura, agrumi, pane tostato e lievito, con una struttura elegante e una fresca acidità che li rende adatti a molteplici occasioni di consumo.

Domande Frequenti sul Metodo Champenoise

Qual è la differenza tra metodo Champenoise e metodo Charmat?

Il metodo Champenoise prevede la fermentazione secondaria in bottiglia, mentre il metodo Charmat prevede la fermentazione secondaria in un grande serbatoio pressurizzato. Questa differenza influisce sulle caratteristiche aromatiche e strutturali dei vini ottenuti con i due metodi.

Quali sono le principali varietà di uva utilizzate nel metodo Champenoise?

Le varietà di uva più comuni utilizzate nel metodo Champenoise sono le qualità Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Queste varietà sono apprezzate per la loro acidità, complessità aromatica e capacità di invecchiamento.

Qual è la temperatura di servizio ideale per un vino Metodo Champenoise?

La temperatura di servizio ideale per un vino Metodo Champenoise varia a seconda dello stile del vino. MA come regola generale i vini spumanti dovrebbero essere serviti freschi, a una temperatura compresa tra 6°C e 10°C, per apprezzarne al meglio la freschezza e la vivacità delle bollicine.

Il glossario del vino

Ti è piaciuta questa guida sintetica? Abbiamo fatto altre guide simili, per tanti termini e concetti del mondo del vino. Magari può interessarti qualche altra voce del nostro glossario del vino.Nel mondo del vino, l’affinamento rappresenta una fase cruciale che porta il vino dalla sua forma grezza alla sua espressione finale di gusto, aroma e complessità. Cediamo meglio il processo di affinamento, le diverse tecniche utilizzate e gli effetti che hanno sul vino.

Definizione  e scopo dell’Affinamento

L’affinamento è il periodo durante il quale il vino matura e si sviluppa fino a raggiungere il suo pieno potenziale aromatico e gustativo. Durante questo processo, il vino subisce variazioni chimiche e fisiche che ne migliorano le qualità organolettiche. Il principale obiettivo dell’affinamento è quello di migliorare e arrotondare le caratteristiche del vino, consentendo agli aromi e ai sapori di integrarsi in modo armonioso. Questo periodo permette inoltre ai tannini di polimerizzarsi e di adagiarsi, rendendo il vino più morbido e piacevole al palato.

Tecniche di Affinamento

Affinamento in Bottiglia

L’affinamento in bottiglia è uno dei metodi più comuni utilizzati per far maturare il vino. Durante questo periodo, il vino è sigillato in bottiglia e conservato in condizioni controllate di temperatura e umidità. Questo permette al vino di evolvere lentamente nel corso del tempo, sviluppando complessità e carattere.

Affinamento in Fusti di Legno

Un’altra tecnica di affinamento molto utilizzato è l’affinamento in fusti di legno, come quelli di rovere. Questo metodo conferisce al vino sfumature di vaniglia o di spezie, e aggiunge al vino complessità strutturale che deriva all’interazione con il legno. I fusti di legno possono essere di diversi formati e provenienze, ciascuno con un diverso impatto sul vino.

L’Impatto dell’Affinamento sul Vino

Durante il periodo di affinamento, il vino attraversa una serie di fasi evolutive, che vanno dalla chiusura iniziale alla piena espressione. Questo processo può richiedere mesi o addirittura anni, a seconda della struttura del vino e delle condizioni di conservazione. L’affinamento permette al vino di raggiungere il suo massimo potenziale, migliorando la complessità aromatica, la struttura e la morbidezza al palato. I vini ben affinati sono spesso caratterizzati da una maggiore armonia e equilibrio tra gli elementi gustativi.

Domande Frequenti sull’Affinamento del Vino

Quanto tempo dovrebbe durare l’affinamento in bottiglia?

La durata dell’affinamento in bottiglia dipende dal tipo di vino e dalle sue caratteristiche specifiche. Alcuni vini sono pronti da bere poco dopo l’imbottigliamento, mentre altri richiedono anni di invecchiamento per raggiungere il loro apice.

Quali sono le differenze tra l’affinamento in bottiglia e l’affinamento in fusti di legno?

L’affinamento in bottiglia tende a preservare le caratteristiche primarie del vino, mentre l’affinamento in fusti di legno aggiunge complessità e sfumature al vino attraverso l’interazione con il legno.

Quali sono le condizioni ottimali per conservare il vino durante l’affinamento?

Il vino dovrebbe essere conservato in un ambiente fresco, buio e privo di vibrazioni, con una temperatura costante intorno ai 12-18°C e un’umidità relativa del 50-70%.

Il glossario del vino

Ti è piaciuta questa guida sintetica? Abbiamo fatto altre guide simili, per tanti termini e concetti del mondo del vino. Magari può interessarti qualche altra voce del nostro glossario del vino.In questo articolo parleremo dell’acino d’uva in modo semplice, chiaro e senza fronzoli. Qualche informazione sulla sua struttura, la sua influenza sulle qualità del vino e qualche curiosità.

La Struttura dell’Acino d’uva

La Buccia

L’acino d’uva è avvolto da una sottile ma resistente buccia che protegge la polpa all’interno. Questa buccia è fondamentale per il processo di vinificazione in quanto contiene molti dei composti che danno al vino il suo colore, aroma e struttura. La varietà dell’uva determina anche lo spessore e il colore della buccia, che può variare da verde chiaro a blu scuro.

La Polpa

La polpa costituisce la maggior parte dell’acino d’uva ed è composta principalmente da acqua, zuccheri, acidi e sostanze nutritive. È il succo della polpa che viene fermentato per produrre vino. La consistenza e il sapore della polpa possono variare notevolmente tra le varietà di uva, e quindi influenzano il profilo gustativo del vino.

I Semi

Al centro della polpa si trovano i semi, che sono una parte importante dell’acino d’uva, anche se spesso non vengono considerati. I semi contengono oli, tannini e altri composti che contribuiscono alla struttura e alla complessità del vino. Durante il processo di macerazione, i tannini dei semi possono essere estratti e influenzare il corpo e la struttura del vino.

Varietà di Uva e i Loro Acini

Ogni varietà di uva ha le sue caratteristiche distintive, che si riflettono anche negli acini. Ad esempio, l’uva Cabernet Sauvignon ha acini di dimensioni medie a piccole, con una buccia spessa e ricca di pigmenti che conferiscono al vino un colore intenso e tannini robusti. Al contrario, l’uva Riesling ha acini più grandi e sottili, con una buccia più sottile che dà origine a vini più leggeri e aromatici.

L’Influenza dell’Acino d’uva sul Vino

Ecco alcuni modi in cui gli acini d’uva, la loro composizione e le loro caratteristiche influenzano i vini che possono essere prodotti:
  1. Colore: come scritto prima, la buccia dell’acino d’uva è responsabile del colore del vino. Durante la fermentazione, i pigmenti presenti nella buccia vengono estratti e conferiscono al vino tonalità che vanno dal giallo pallido al rosso rubino intenso.
  2. Aroma e Gusto: gli aromi e i sapori del vino sono influenzati non solo dalla varietà di uva, ma anche dalla maturazione e dalla composizione degli acini. Acini più maturi tendono ad avere livelli più alti di zuccheri e composti aromatici, che si traducono in vini più ricchi e complessi.
  3. Struttura e Tannini: i tannini, presenti principalmente nella buccia e nei semi dell’uva, contribuiscono alla struttura del vino. Acini con una maggiore concentrazione di tannini tendono a produrre vini più corposi e adatti all’invecchiamento.

Domande Frequenti sugli acini d’uva

Qual è il ruolo dell’acino d’uva nel processo di vinificazione?

L’acino d’uva fornisce il succo che viene fermentato per produrre vino. La sua struttura e composizione influenzano il colore, l’aroma, il gusto e la struttura del vino finito.

Quali fattori influenzano le caratteristiche dell’acino d’uva?

Fattori come il terroir, il clima, il metodo di coltivazione e la maturazione dell’uva influenzano le caratteristiche dell’acino d’uva e, di conseguenza, del vino che produce. In conclusione, l’acino d’uva è la base su cui si fonda l’intero universo del vino. La sua struttura e composizione sono cruciali per definire le caratteristiche di ogni vino, rendendolo unico e affascinante per gli appassionati di tutto il mondo.

Quali sono le varietà di uva più comuni utilizzate nella produzione di vino?

Le varietà di uva più comuni includono Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Pinot Noir e Sauvignon Blanc.

Il glossario del vino

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La Grande Musica del Cinema a Ca’ Vittoria

Un racconto musicale con alcuni dei più grandi autori di musica per il cinema. Ascolteremo brani di Ennio Morricone con la celeberrima colonna sonora di C’era una volta il West (1964); di Nino Rota, autore delle musiche di Amarcord (1973) e La Dolce Vita (1960); di Max Steiner con Tara’s Theme, tratto da Via col Vento (1939); di Henry Mancini, compositore di Moon River, una delle canzoni più amate della storia del cinema e colonna sonora di Colazione da Tiffany (1961); e di altri ancora.

Vivaldi nella splendida cornice di Ca’ Vittoria

Le Quattro Stagioni (1725) è il titolo con il quale vennero resi noti i primi quattro concerti solistici per violino di Antonio Vivaldi, uno tra i massimi esponenti del barocco musicale. I concerti ripropongono i suoni della natura nell’avvicendarsi delle stagioni: per esempio il canto degli uccelli in primavera, una tempesta estiva, la vendemmia autunnale e poi la caccia, il gelido vento dell’inverno e la pioggia che cade.

Una serata in compagnia del celebre artista austriaco

Durante la serata saranno eseguiti il Divertimento n° 1 in Re maggiore KV 136, il Divertimento n° 2 in Si bemolle maggiore KV 137, il Divertimento n° 3 in Fa maggiore K. 138 e Eine Kleine Natchtmusik (Piccola Serenata Notturna). Queste composizioni furono scritte da W. A. Mozart per intrattenere il pubblico con musica di fresca musicalità, dove si alternano melodie a carattere di danza e brevi virtuosismi, in particolare del primo violino. Potremmo considerarla come “musica da dopo cena” per una serata divertente e rilassante.

Il Prosecco Ca’ Vittoria va all’estero

A Ca’ Vittoria capita spesso di vedere automezzi stranieri, anche provenienti dai Paesi Baltici, perché tutti chiedono di gustare il nostro Prosecco Superiore DOCG, elegante e fruttato, con note di pera, mela, pesca, rosa, lampone… Ha una freschezza e una sapidità che lo rendono piacevole e versatile.

I nostri vini selezionati viaggiano da nord a sud della penisola baltica per raggiungere l’Estonia e la splendida città medievale di Tallinn; la Lettonia fino alla capitale Riga, città art-nouveau; e poi arrivano in Lituania nella piccola e bellissima Vilnius. Siamo particolarmente felici di questa collaborazione, perché abbiamo una importante caratteristica in comune: i centri storici di queste città sono Patrimonio Mondiale UNESCO, come le nostre splendide Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Forse per questo anche in Estonia, Lettonia e Lituania bevono il Prosecco Ca’ Vittoria!

Anche gli inglesi bevono il Prosecco Ca’ Vittoria

Ormai da tempo Ca’ Vittoria è meta dei turisti di tutto il mondo. Fra i nostri ospiti apprezzati ci sono sicuramente gli inglesi che amano soggiornare qualche giorno in mezzo alla natura, degustando il nostro Prosecco Superiore DOCG, accompagnato da una selezione di salumi, formaggi e golosità del territorio. Le degustazioni hanno luogo nella nostra casa o, quando il tempo lo consente, nella nostra corte esterna immersa nel verde delle colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, Patrimonio dell’Unesco.

La scoperta di questo straordinario frutto della terra e della sapienza antica non li ha lasciati indifferenti ed ecco, quindi, che vengono da Oltremanica per approvvigionarsi e rivivere la gradevole esperienza anche nella loro isola. Anche gli inglesi bevono il Prosecco Ca’ Vittoria!

Vendemmia, mosto, vino: il rito si rinnova

Cosa c’è in un calice di Prosecco Superiore DOCG Ca’ Vittoria? Noi ne apprezziamo il colore, ci lasciamo inebriare dalle fragranze e assaporiamo le molteplici sensazioni gustative. Ma questo meraviglioso frutto della terra è il traguardo finale di un lungo percorso che inizia dalla vendemmia.

La vendemmia a Ca’ Vittoria è sempre un momento magico! La fatica fisica e mentale, l’ottimismo per la nuova annata e l’incertezza di chi lavora con il clima, la gratificazione di vedere il raccolto e l’appassionante esperienza del nuovo mosto che si trasforma in vino: ogni anno questo rito antico si rinnova.
Ricorda tutto questo quando assapori un calice di Prosecco Superiore DOCG Ca’ Vittoria, frutto delle nostre meravigliose Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e del lavoro appassionato degli uomini e delle donne di Ca’ Vittoria. Prenota adesso la tua degustazione!

Un riconoscimento a Ca’ Vittoria

Fa sempre molto piacere quando uno dei nostri ospiti apprezza i vini di Ca’ Vittoria. Quando questo apprezzamento viene da Falstaff, una delle più autorevoli testate del mondo tedesco, è un riconoscimento graditissimo.

Quest’anno i nostri vini hanno ottenuto grandi punteggi nella classifica di Falstaff Prosecco Trophy 2023.
In particolare:

Grazie allo staff di Falstaff per questa preziosa valutazione che conferma il nostro lavoro. Vi attendiamo a Ca’ Vittoria, per gustare insieme un calice del nostro Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

Ca’ Vittoria tra le Colline del Prosecco

La nostra azienda vitivinicola Ca’ Vittoria occupa circa 10 ettari di terreno nel cuore delle Colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
Lo scenario unico di questo territorio, infatti, è stato inserito nella Lista dei Patrimoni Unesco come paesaggio culturale, perché rappresenta un valore significativo per la straordinaria interazione uomo-natura che ha saputo creare un panorama di singolare bellezza.

Le Colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco

L’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di educazione, scienza e cultura, ha creato una lista dei siti che hanno un valore storico, naturale o culturale, ritenuti di interesse universale e di grande significato per tutta l’umanità.

Il lungo percorso per arrivare al riconoscimento dell’Unesco

Il percorso per arrivare al riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco è durato 10 anni e ha richiesto determinazione e comunanza di intenti per arrivare al risultato. Queste le tappe principali.

Un patrimonio culturale e gastronomico

Le Colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene sono uno straordinario esempio di paesaggio culturale, il risultato dell’interazione virtuosa tra la natura e l’uomo nel corso dei secoli. Dalla terrazza di Ca’ Vittoria è possibile osservare come i viticoltori hanno saputo adattare e trasformare il terreno aspro e montuoso, dando origine a un aspetto distintivo a scacchiera, con file di viti alte alternate a boschi, villaggi e colture. Le antiche metodologie di coltivazione, ancora oggi praticate, hanno permesso di produrre un vino di altissima qualità, il Prosecco Superiore DOCG, simbolo del patrimonio culturale e gastronomico veneto e riconosciuto in tutto il mondo come un’eccellenza del Made in Italy.

Contatta Ca’ Vittoria, visita le colline Patrimonio Unesco

Essere inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha significato ricevere un prestigioso riconoscimento internazionale e assumersi la responsabilità di salvaguardare e mantenere il sito per le generazioni future. Oltre a una raffinata enologia, degustazioni, soggiorni nel verde e varie attività di svago, a Ca’ Vittoria siamo impegnati in una attenta gestione del territorio per evitare che venga compromesso o distrutto. È la nostra eredità, da custodire e valorizzare.

Qui è possibile visitare i vigneti, partecipare alla vendemmia e vedere come i viticoltori applicano gli antichi metodi di coltivazione, rientrando nel ritmo lento e ripetitivo della natura che si rinnova costantemente ogni stagione. Vieni a vedere di persona: prenota a Ca’ Vittoria!

Calici di stelle: cultura del vino, cultura del territorio

Sulle Colline del Prosecco ogni anno torna Calici di stelle, la manifestazione enogastronomica italiana per celebrare la notte di San Lorenzo e il fascino delle stelle cadenti. Ca’ Vittoria aderisce sempre con entusiasmo all’evento clou dell’estate che si svolge sulla Strada del Vino più antica d’Italia.

In occasione di Calici di Stelle, tra fine luglio e metà agosto, la cantina di Ca’ Vittoria resta aperta per offrire l’emozione della degustazione in una delle location più incantevoli del Belpaese. Oggi come nell’antichità i piccoli vigneti sui ciglioni coesistono con angoli di foresta, boschi, siepi e filari di alberi, testimonianza di civiltà e di eccezionalità nel valore naturalistico, oltre che di pratiche virtuose nel rapporto fra uomo e natura. In questo spazio di intrinseca bellezza assaporare un calice del pregiato Prosecco Superiore DOCG Ca’ Vittoria è un’esperienza da provare.

L’evento enogastronomico dell’estate italiana

Per la sua straordinarietà i wine lover attendono tutto l’anno Calici di Stelle, una manifestazione di successo, tanto che nel 2023 celebra i suoi primi trent’anni di vita. Ogni anno l’evento promuove la cultura del vino di qualità e del bere consapevole e dà sostegno alle numerose aziende enologiche italiane.

La notte di San Lorenzo è famosa per lo sciame di meteoriti visibile nel cielo notturno e in alcune tradizioni locali è associata alla raccolta dell’uva. Come recita un antico proverbio, “San Lorenzo cuoce l’uva e il mosto”, cioè il calore del santo matura l’uva e ne favorisce la fermentazione. Questa notte agostana, con il suo cielo stellato e i suoi meteoriti, rappresenta un’occasione particolarmente suggestiva per celebrare la cultura del vino e la bellezza della natura durante l’estate.

Un evento di caratura nazionale e internazionale

Organizzata dal ‘Movimento Turismo del Vino’, Calici di stelle coinvolge le cantine e le aziende vitivinicole aderenti, offrendo degustazioni di vini e prodotti tipici, accompagnate da musica e spettacoli, che attirano turisti da tutto il mondo. Numerose cantine, piazze e città di tutta Italia si preparano ad accogliere gli appassionati per “una piacevole serata che unisce la cultura del vino all’astronomia e all’intrattenimento, con un clima di festa a fare da fil rouge“. Ci sembra che la definizione di Angelo Radica, Presidente di ‘Città del Vino’, sia la migliore sintesi dell’evento.

Calici di stelle al Castello di Conegliano

La splendida cornice del Castello di Conegliano ha spesso ospitato la manifestazione e anche quest’anno saranno proposte degustazioni del caratteristico Prosecco Superiore DOCG e specialità della Marca Trevigiana come il formajo Inbriago o il tipico ossocollo. Calici di Stelle saprà regalare esperienze emozionanti, tra natura e buon vino in location esclusive e in uno scenario paesaggistico unico.

Calici di stelle a Ca’ Vittoria: partecipa!

A Ca’ Vittoria questa è considerata un’occasione privilegiata per scoprire il territorio e la cultura della nostra terra, patrimonio Unesco dal 2019, patria del famoso Prosecco Superiore DOCG di eccelsa e rinomata qualità. Nelle notti di agosto, in particolare nella Notte di San Lorenzo, brindiamo insieme, esprimendo un desiderio per ogni stella cadente.

Chi ama il vino di alta qualità e vuole vivere un’esperienza di immersione nella natura, è atteso a Conegliano. Calici di Stelle è l’occasione che cercavi: visit Ca’ Vittoria!

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